Nelle terre rubate al mare
INSPIRING GARDENS. Il giardino di Lipkje Schat a Bant: 3500 metri quadri suddivisi in nove stanze ricche di bulbi ed erbacee perenni in sorprendenti schemi di colore.
Siamo a 4,50 m sotto il livello del mare, cosa che produce sempre una certa inquietudine, soprattutto se associata all'idea che un'enorme, smisurata massa d'acqua a poca distanza prema inesorabilmente dietro i sistemi-barriera e le pareti innalzati da ingegneri visionari poco più di ottanta anni fa.
Questo è infatti il Noordoostpolder (ora parte del Flevoland1), tra le prime aree ad essere coinvolte, a partire dal 1936, nel più grande progetto di bonifica dei terreni di tutti i tempi. La storia dice che un primo raccolto di segale fu già possibile nel 1941 e, del resto, sin da subito, cioè da quando il polder fu dichiarato ufficialmente asciutto il 9 settembre 1942, iniziarono gli insediamenti e la costruzione delle aziende agricole pioniere.
Oggi la regione ospita le più estese coltivazioni di tulipani dei Paesi Bassi e le celebra con un Tulpenrouteflevoland primaverile di sicuro richiamo e di grande coinvolgimento.
Ma, immerso in questo paesaggio che non c'era, l'occhio si sazia ben presto dei campi sterminati saturi di colore e cerca ristoro nei radi alberi e nella nuvolaglia in cielo che, complice il vento, muta ad ogni istante le sue forme e i suoi disegni. Pensi al giardino e ti chiedi se tanto sfacciata e intensiva opulenza (stucchevolmente riproposta ogni anno nel parco di Keukenhof) possa avere un'interpretazione gentile, possa essere ricomposta nella grazia di qualche suggestione impressionista, o, forse, puntinista. La risposta è lungo una delle tante stradine rettilinee che fiancheggiano i campi, nel giardino di Lipkje Schat, aperto al pubblico2 (insieme ad altre attrattive della zona) proprio in occasione del festival.
La bella casa padronale è appoggiata su un prato curatissimo che arriva a lambire la carreggiata e nessuna barriera preclude l'accesso alla proprietà, tanto che, fermata l'auto, vien voglia di entrarvi subito eludendo l'accenno di viale che si intravede più oltre. L'insieme che si presenta alla vista è armonioso, con un buon equilibrio tra linee verticali ed orizzontali, volumi ben strutturati, un interessante gioco di siepi e fioriture accattivanti, ma (lo scopriremo soltanto alla fine della visita) non costituisce che la parte "vuota" del giardino, il punto di fusione con il paesaggio o di apertura ad esso, ossia il finale lento e rassicurante dopo il fuoco di fila di una serie di stanze coloratissime, architettonicamente e botanicamente assai diverse tra loro.
Il tema del "giardino a stanze" è certamente ripreso dalla grande tradizione anglosassone (Sissinghurst, Hidcote, Tintinhull), come ci racconta la stessa Lipkje, ma qui è anche frutto della necessità di ripararsi dal vento persistente (le siepi alte di faggio e di carpino come barriere e nicchie protettive), e del desiderio di creare qualcosa di non troppo stridente rispetto al contesto (il paesaggio agrario costituito essenzialmente da linee rette e dalle geometrie impeccabili delle coltivazioni). Una sfida che Lipkje accetta di buon grado in seguito al trasferimento a Bant, nel 1988: trasferimento che le permette di avviare non solo il progetto di un nuovo vasto giardino ("quando arrivammo qui c'era solo un vecchio melo a guardia dell'aia"), ma anche di affinare il gusto per la composizione e la sensibilità pittorica già a lungo messi in atto in una precedente proprietà.
Uno dei difetti del "giardino a stanze", riscontrabile soprattutto in quelli di minor respiro, è che spesso vengono a mancare l'unità compositiva e la lettura "paesaggistica" degli spazi, con la loro successione di pieni e di vuoti, di orizzontale e di verticale, di luci ed ombre: concentrandosi esclusivamente sull'arredo interno di ogni singola area si perde di vista l'interazione e la relazione tra i vari elementi e tra le varie zone. Ma nel giardino di Lipkje non v'è nulla di tutto questo e, quantunque lei si schermisca affermando di non aver avuto inizialmente un progetto, un piano globale da seguire, si può ben dire che la sua lunga consuetudine giardiniera e un istinto compositivo di prim'ordine hanno consegnato ai nostri occhi una serie di quadri affascinanti e pittoricamente armoniosi.
" Il disegno del giardino è mio personale, e tutto è stato fatto da me: ho piantato le siepi, gli alberi, gli arbusti, scavato gli stagni e le vasche, pavimentato i sentieri; naturalmente ci sono voluti diversi anni ed ho iniziato a creare le varie zone partendo da una grande vasca formale proprio di fronte alle finestre della sala da pranzo; successivamente, di volta in volta, ho messo mano a nuove stanze ciascuna con il suo colore e la sua atmosfera. Ho visitato molti giardini, in Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, e, ovviamente, nei Paesi Bassi e, certo sono stata ispirata da innumerevoli letture, soprattutto dai libri di giardinaggio con le fotografie di Marijke Heuff e dai libri della garden designer Elisabeth de Lestrieux, ma, in fin dei conti, posso dire di aver creato un giardino totalmente mio, con quelle scene, quei colori, quelle forme che tu vedi ora, e di conoscerne ogni centimetro quadrato!" Questa la sintesi di Lipkje.
In febbraio, marzo ed aprile più di novantamila bulbi, inseriti nel corso degli anni, offrono i primi spettacolari cromatismi, ben presto seguiti dalle masse delle erbacee perenni che, insieme agli arbusti e alle piante da fogliame o sempreverdi, portano il colore sin dentro l'inverno, animando, in successione o contemporaneamente, il giardino blu e quello bianco, la camera rossa e quella arancio-albicocca (una sfida!), le stanze rosa e lilla, le zone d'acqua e d'ombra.
"Non mi piace l'inverno" - dice ancora la nostra padrona di casa - "così faccio in modo che i primi tepori primaverili siano accompagnati da un tripudio di colori scintillanti ed abbaglianti: l'insieme dei bulbi, mescolato al giallo acido delle euforbie, al verde tenero dei vari germogli, al bianco e al rosa di meli come il floribunda, il 'Red Sentinel' e il 'Rudolph', e al porpora dei Berberis, forma una tavolozza calda e allettante".
Ecco, vale la pena di sottolineare come questo insieme di colori, questo tantalizing display (come dice Lipkje) generi, alla fine, delle vere e proprie pitture, dove il peso di ogni singola pennellata o punto di colore è calibrato in relazione all'intensità di quello vicino, sia che si tratti della brillantezza scaturente dagli opposti, sia che si tratti della morbidezza delle affinità. L'arazzo disegnato sotto il viale dei Malus floribunda è un capolavoro impressionista!
Colori accesi come l'arancione e il rosso si stemperano nei più cupi porpora e bruni, si mimetizzano nell'intreccio dei fondali ancora spogli, si impennano inseguiti da frustate acide e fredde, danzano con qualche viola provocante, e non sono mai pronti per l'obiettivo, perché vanno scomponendosi e ricomponendosi senza sosta: così coinvolgenti, così lontani dai tradizionali schemi di impianto di vecchia scuola!
Anche la camera rossa mostra un originale e sicuro talento nell'uso del colore: il rosso vi è dosato con cura, appena suggerito da un ciuffo di Phormium a da qualche tulipano che si perde in una massa di narcisi bianchi e di altri tulipani bicolori.
E, tuttavia, l'impressione visiva che se ne ricava è quella di una tavolozza ricca e satura; di preziosi, cangianti drappeggi scarlatti posati ovunque. Ripasserò in quella stanza almeno dieci volte, riprendendola in luce e in controluce, in un senso e nell'altro, adescata dal potere suadente delle cose perfette.
Generalmente i bulbi, una volta sfioriti, non vengono rimossi dalle bordure, ma lasciati indisturbati accanto alle perenni o liberi di naturalizzarsi nelle zone meno formali del giardino: questo è possibile perché, nel corso del tempo, la nostra talentuosa giardiniera ha selezionato varietà (anche nei tulipani) capaci di rifiorire bene nel suo terreno povero e calcareo: per i bulbi più capricciosi ricorre ai vasi, che vanno ad ornare il patio con associazioni ed abbinamenti cromatici ogni anno diversi.
Alcune varietà di tulipani, comunque, devono essere rinnovate costantemente e i nuovi bulbi vengono interrati in novembre, tuttavia mai per più di due anni di seguito nello stesso posto, per evitare attacchi di parassiti e malattie fungine.
La dodicesima e più giovane provincia olandese, istituita ufficialmente nel gennaio del 1986.
Purtroppo dall’autunno 2022 questo giardino non è più aperto al pubblico.